Temer avrebbe voluto
interromperlo ma non vi riuscì. Beter sembrava troppo concentrato, troppo
immerso in quei ricordi e lui aveva la sensazione che fermarlo in quel momento
avrebbe potuto infastidirlo.
«…
e la salvai. Purtroppo rimase ferita e io, forse per un interesse terribilmente
carnale, decisi di medicarla. Non ricordo nemmeno quanto tempo passò, ma alla
fine, dopo giorni e giorni, finimmo per fare l’amore e ci innamorammo.
Diventammo una coppia di ladri, in cerca di ricchezze, avidi e spericolati e fu
proprio questo a rovinarci. Quando ormai credemmo di poter avere una vita
felice, avevamo avuto persino un figlio, Matt, una banda abbastanza potente
nella città decise di eliminarci. Scappammo per miracolo e io capii che non
saremmo stati così fortunati se non avessimo trovato un luogo abbastanza
lontano da essere raggiunto. Fu in quel momento che pensai alle terre
imperiali. Per noi Falsi, questa è una terra immensa ed esotica, ricca di
tesori e di benessere.
Partimmo per la piccola
isola in cui mio fratello si era trasferito, molto più vicina all’Impero
rispetto a quella dove eravamo nati, e lì gli chiesi aiuto. Ancora oggi
rimpiango le mie decisioni, la follia di aver perso tutto e di aver coinvolto
anche lui e la sua famiglia. Mio fratello prese la decisione di aiutarmi e,
racimolando una certa somma, comprammo una bagnarola, ma ormai era troppo
tardi. Ci trovarono e… e…»
«Beter, io…»
«E morirono tutti. Ci
salvammo solo io, Matt, Kelly e Bellet, le amate figlie di mio fratello»
esclamò il vecchio lanciando uno sguardo penetrante a Temer.
Comprendendo cosa
volesse dirgli, sospirò e accennò un sorriso, un cenno di assenso. Notando il
silenzio in cui si era chiuso, tentò di trovare delle parole, qualcosa da dire,
ma non vi riuscì. Avrebbe preferito che quella storia, che quei ricordi fossero
stati trasmessi a qualcun altro. Avevano un peso troppo greve da poter essere
sostenuto. Era stato uno sciocco per tanti anni, aveva denigrato i Falsi come
la peggior feccia e tuttora nel villaggio quei pirati venivano additati come la
peggior specie di essere umano possibile. Non aveva mai immaginato che ci
potesse essere tanto dolore in quel vecchio burbero locandiere.
«Beter… mi dispiace…
io, vi ho giudicato troppo in fretta, preso dalla foga e dal disprezzo.»
«Vi?»
«Voi Falsi.»
Scoppiò a ridere e
Temer lo guardò imbarazzato e sorpreso da quella reazione. Aveva forse
frainteso o detto qualcosa di divertente?
«O
giovane amico mio, “noi” Falsi siamo dei gran figli di buona donna. E anche della
peggior razza. I vostri insulti sono anche troppo lusinghieri per i miei gusti.
Ho sentito Betty usare termini ben più coloriti in non so quante occasioni in
passato.
Non guardarmi come uno
di loro, Temer. Io non sono un Falso, tanto quanto non lo sono le mie “figlie” o
lo era la mia compagna. Falso è solo una parola. Per noi non ha mai
rappresentato nulla.»
Colpito da quelle
parole, si strofinò la fronte e notò la pelle madida di sudore. Non aveva fatto
caso nemmeno alle sue condizioni quando aveva deciso di raggiungere la locanda.
«E Matt?» chiese Temer,
prendendo un po’ di coraggio, sicuro che il figlio fosse al sicuro da qualche
parte.
«È morto durante la
traversata. Noi tre siamo riusciti a salvarci per pura fortuna.»
“Maledizione!
Sono un imbecille.”
«Padre, perdonami se vi
interrompo, ma ho controllato la dispensa e abbiamo carenza di blurden. Non
durerà a lungo» si intromise Kelly, dopo essere giunta silenziosamente dal
retro della locanda.
«Va bene. Non ti
preoccupare. Ci penso io. Grazie per avermelo riferito.»
“Lo
chiamano padre ma non lo è. Il loro vero padre è morto a causa della
scelleratezza di Beter. Covano dell’odio nei suoi confronti oppure in quanto
loro ultimo parente lo hanno perdonato?”
«Mi dispiace per averti
importunato con i miei ricordi e di non averti potuto aiutare. Ora, però,
vorrai scusarmi ma devo occuparmi degli affari.»
«Ma che vai blaterando?
È sempre un piacere stare ad ascoltarti, Beter. Sempre, anche quando si
percepisce così tanto dolore dal tono della tua voce. Comunque, rimango ancora
sorpreso dalla tua gestione di questo posto. Non so quanto ti abbia aiutato, ma
davvero riesci a procurarti del blurden di tale qualità da solo?» chiese,
alzandosi e dirigendosi verso l’uscita, accompagnato dal locandiere.
«Diciamo che ho i miei
trucchi. Basta un po’ di fortuna, ottime conoscenze e una piccola ma cospicua
ricchezza “ricevuta” gentilmente.»
Rischiò
di scoppiare a ridere per le velate affermazioni di Beter, ma riuscì a
trattenersi. Il vecchio lo accompagnò l’uscita e lì si lasciarono.
Una decina di giorni
dopo, Temer fece visita a Beter, in un altro pomeriggio simile a quello in cui
il locandiere aveva rimembrato il suo passato, e si portò con sé il suo terzogenito.
«È un bellissimo
bambino» disse il vecchio, mentre Kelly e Bellet sorridevano e tentavano di
giocherellare con l’infante ancora in fasce «Dunque, hai deciso il nome?»
«Sì» esclamò con fare
sicuro e guardandolo negli occhi
«Matt. Il suo nome sarà Matt. In ricordo del
figlio di un uomo che stimo e apprezzo.»
Beter rimase
paralizzato dalla sorpresa e le sue figlie per un attimo rischiarono di far
cadere il piccolo. Non disse nulla, si chiuse in un mutismo misterioso e
insondabile, voltandosi, forse in cerca di sopprimere emozioni contrastanti e
potenti.
«Che idiota! Ho un
idiota come cliente. Ma puoi usare un nome del genere per un suddito
imperiale?!» sbraitò, volgendosi nuovamente e battendo con forza sul pavimento
il bastone «E Elys? Non mi dire che è d’accordo.»
«Non l’ha presa proprio
bene, ma mi perdonerà.»
«Sei un imbecille.»
“Grazie.”
“Non
ne hai motivo.”
Silenziosamente,
mentre discutevano animatamente e le due ragazze ridevano per la discussione
che ne stava venendo fuori, fu questo che si dissero, ma nessuno dei due lo
ammise mai. Le parole, alcune volte, rendono troppo banali determinati momenti
della vita.
La prima risatina di
Matt avvenne proprio in quella locanda.
Quando iniziai a scrivere questo racconto, il mio intento era semplicemente dare un piccolo spazio a un personaggio minore, come lo è effettivamente il fratello minore di Sefer. Il passato di Beter, per quanto parzialmente lo avessi già delineato, è "cresciuto" con questo racconto.
La prossima storia si addentrerà nell'élite aristocratica dell'Impero: "La ‘Nascita’ delle Sei Fortezze".
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A presto e stay tuned 😁.
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