Giorno 15 di Isna:
“Siamo cresciuti nella
certezza che il nostro compito sia combattere, individuare ed eliminare il
nemico. Alcuni ci definiscono guardiani, altri, con disprezzo e paura, ci
vedono solo e semplicemente come una minaccia. Il nostro potere è al servizio
di quest’unico scopo, al servizio del sovrano, figlio prediletto del Dio Sole.
Nonostante ciò… io sento che il nostro potere può essere impiegato in altri modi… anzi, io lo so!
Possibile che nessun altro sia mai riuscito a capirlo? Perché non immaginare
altri ruoli oltre a quello di semplici soldati? Paura? Ottusità? O forse un mal
celato orgoglio, subdolo metodo per difenderci dal disprezzo altrui?
Siamo maghi, nati per
volere della Luce e della Terra. Il nostro potere, l’energia primordiale che ci
è stata concessa ci rende reietti, mostri con sembianze umane; per alcuni la
nostra esistenza è tollerata a causa della nostra utilità. Ritengo, però, che
la colpa più grande in questo enorme e diffuso pregiudizio sia stata e sia
tuttora la nostra incapacità di cercare, di esplorare vie per avvicinare il
popolo, per dimostrarci degni di rispetto e affetto.
Perché
allora non usare la magia per guarire, per aiutare i nostri soldati feriti, o
il popolo ammalato? Invece che distruggere, potremmo curare, assistere quanti
ne hanno bisogno. Le mie prove, tenute segrete ai più, mi hanno portato a
pensare che siamo stati sciocchi, ciechi davanti alle potenzialità di cui ci
siamo privati.”
Giorno 24 di Isna:
“Non riesco ancora ad
avere risultati soddisfacenti. Credevo di essere sulla strada giusta ma non è
così. Il povero cane è morto qualche giro di clessidra fa… Forse è solo una mia
patetica follia. E anche un grosso rischio. Se si venisse a sapere cosa faccio
qui, nelle mie stanze improvvisate ormai in un laboratorio, verrei condannato a
morte così rapidamente da poter sentire già la corda stringersi intorno al mio
collo… Non ha così tanto senso quanto sto facendo e altrettanto inutili sono
queste pergamene su cui scrivo appunti, in cerca di organizzare i miei
pensieri.
È
tutto così nebuloso…”
Giorno 2 di Ishirna-salaes:
“Che il Dio Sole sia
ringraziato. È stata indubbiamente la Sua guida a non farmi abbandonare la
speranza.
Follemente avevo
pensato di poter trasferire la magia dentro un corpo senza reazioni, ma vi
possono essere altri modi. L’essenziale non è curare la ferita, ma indurre il
corpo a curarsi. È ovvio che in qualche modo i corpi degli esseri viventi
tendono a rigenerarsi e coloro che possiedono la magia lo fanno a velocità
molto più rapida e con molto più successo. Dunque, invece che scaricare la
magia dentro il corpo, tentando di padroneggiarla e di usarla per guarire le
lesioni, è necessario usare l’Energia per stimolare i nostri apparati
rigenerativi. Non ho modo di comprendere dove si possano trovare o come
effettivamente funzionino, però, al livello pratico non è strettamente
necessario saperlo.
Quest’oggi proverò con
un gatto randagio, ma ho comunque già trovato un gudural[1]
nel caso la mia prova con il felino fallisse.
Suppongo
che sia giusto anche menzionare Master Herdreg che, a causa della sua
convalescenza in Accademia dopo un pericoloso incidente, mi ha dato un indizio
importante.”
[...]
Quando ho cominciato a scrivere questo racconto, la mia intenzione era quella di mostrare come l'impiego della magia si fosse evoluto e specializzato con il tempo e che l'uso più comune era anche quello più tragico. L'Impero ha sempre visto la Federazione come uno strumento, un'arma letale e, in un certo senso, anche a doppio taglio eventualmente. Alla fine, però, come si vedrà nella seconda parte, ho deciso di inserire anche un piccolo indizio, un frammento di verità che nella trilogia verrà approfondito.
Per qualunque dubbio, domanda o confronto potete lasciare un commento sulla Pagina Facebook Gli Annali della Caduta oppure direttamente qui sul blog.
A presto e stay tuned 😁.
[1] Sono roditori dalla grandezza
pari a quella di un infante. Hanno caratteristiche simili anche alle talpe.
Alcune specie sono completamente cieche e vivono nel sottosuolo, mentre altre
hanno mantenuto un contatto con la superficie e causa degli impianti fognari
delle grandi città imperiali finiscono per infestarle. Hanno un pelo folto,
almeno quelle in superficie e zampe dagli artigli pericolosi.
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