Con vivida sorpresa si
ritrovò Ognan “volare” sopra il lago di fiamme del braciere. Quattro braccia
vagamente umane lo sovrastavano.
«Stai pronto!»
“Ma
c-che…?”
Due delle braccia
colpirono il terreno. Un’onda tellurica sconvolse il pavimento e si propagò,
spazzando via ogni cosa, compreso Lenu. Il Master finì per essere sbalzato in
aria. L’onda d’urto raggiunse anche Mainer, ma lo destabilizzò solamente.
«Vaiii!» urlò il Relurg
Estran con in volto un’espressione risoluta.
“Posso
raggiungerlo!”
Cominciò a intonare
l’Incanto e a concentrare una grossa quantità di energia nel suo pugno destro.
Non gli interessava più di difendersi. Poteva anche morire. Come, in realtà,
aveva silenziosamente sperato fin dall’inizio, così da suggellare e disperdere
quel senso di colpa che lo attanagliava.
«Maineeeer!»
«Bastardo! Quanto
ancora vuoi metterti in mezzo?! Tu, maledetto traditore!»
Misero entrambi tutto
se stessi in quell’ultimo assalto. Il nobile della Famiglia Devenion generò due
colonne di fuoco imponenti: la prima la scagliò contro il Relurg Estran, la
seconda in direzione dell’uomo volante.
«Akru Ledert, Sacrificio delle Cinque Aperture» esclamò Lenu, poco
prima di essere colpito.
Cinque
fori[1]
ricoprirono il suo braccio destro. La carne stessa dell’arto finì per pulsare,
sconvolta dall’immane energia che si accumulò. Spazzò via le fiamme, come se
stesse scostando una tenda, e poi si preparò a scagliare tutta la sua forza. Nel
medesimo frangente un foro si era già richiuso, facendo sanguinare la spalla e
finendo quasi per spezzare le ossa e strappare i muscoli.
Colpito,
ma determinato, Mainer ricoprì il suo braccio con le fiamme purpuree e con la
magia. L’asta che aveva così imprudentemente fissato nel suo corpo cominciò a
mostrare segni di fratture.
La Dovnus venne
devastata e gli effetti di quello scontro ne raggiunsero il tetto. Il braciere
finì per rovesciarsi parzialmente. Una colonna di fumo si alzò dalla villa,
destando stupore e agitazione nelle truppe imperiali che, silenziose fino a
quel momento, all’esterno, la sorvegliavano in quella notte turbata da nuvole
infauste.
Camminava lentamente,
sicuro che la battaglia ormai fosse vinta. Era rimasto ferito, fatto già di per
sé inusuale, ma quei due uomini lo avevano sorpreso ancor di più. Quell’ardore
lo aveva risvegliato da un torpore che, da un tempo che non riusciva più a ricordare,
lo soffocava. Avrebbe dovuto andarsene, lasciare quel luogo alle fiamme;
tuttavia, la sua curiosità, l’ammirazione per quel gesto di sacrificio estremo
lo costrinse a controllare. Trovò i due corpi a poca distanza l’uno dall’altro:
Mainer era evidentemente morto; il suo cadavere era irriconoscibile e sul petto
aveva una cavità che non lasciava spazio a dubbi. Master Lenu, invece, era
steso a terra con un braccio parzialmente mozzato, se così si poteva definire,
e la tunica quasi completamente distrutta. Sembrava non riportare altre ferite,
ma era chiaro che il fisico era al limite. Lo sollevò per il braccio ancora
sano e iniziò a trascinarlo. Respirava, ma questo lo aveva già capito nel
momento in cui lo aveva visto, ma, cosa ancor più strabiliante, tornò cosciente
per qualche istante.
«L-lasciami… q-qui.»
«Non è detto che tu
viva. Avrai bisogno di essere curato da degli specialisti. Semmai dovessi
sopravvivere, potrai anche odiarmi e venire a cercarmi. Non ho voglia di
vederti sparire tra le fiamme che presto avvolgeranno questa villa» esclamò
Ognan.
«N-non…»
Master Lenu crollò
nell’oblio.
Nulla
di quanto avvenne fu mai registrato o portato alla luce. Le ricerche di Mainer
furono bandite. Curiosamente, però,
alcuni Misfer furono nascosti e, solo dopo lungo tempo, distrutti. L’incidente
dei “Misfer Infernali[2]”,
così furono chiamati, strinse il laccio della corte imperiale nei confronti
degli esperimenti e delle ricerche che
venivano condotte nelle Accademie.
Nel 397 TE la Famiglia
Devenion perse la quasi totalità dei suoi membri[3],
compreso il capo-famiglia, traviato dalla follia che aveva preso possesso del
fratello. Le restanti Famiglie, impaurite da un precedente che avrebbe potuto
scatenare future lotte di potere per annientare l’antica e prestigiosa nobiltà
bavariena, optò per un compromesso: nell’eccidio rimasero in vita solo un
bambino e sua madre che avevano lontani legami di sangue con la Famiglia e
dunque furono posti come ramo centrale e la donna fu accompagnata a uno dei
fratelli del capo della Famiglia Ura che ebbe il duro compito di mantenere il
controllo sulle casate cadette che o avevano iniziato a muoversi per
raccogliere sempre più potere, o avevano cominciato a cercare “protezione”
altrove. La Famiglia Devenion perse tutto il suo prestigio e il suo potere,
finendo per divenire la più debole delle Dodici Famiglie.
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A presto e stay tuned 😁😉.
[1] La Somagia non consente di
accumulare quantità di magia elevate in una stessa parte del corpo.
L’incantesimo usato da Lenu permette ciò, generando cinque fori che seguendo
un’immaginaria linea retta partono dalla spalla e raggiungono il palmo della
mano, divenendo come punti di sfogo in cui l’eccessiva energia viene
convogliata senza che il braccio stesso vada istantaneamente in pezzi. Curioso
che l’Incanto utilizzi obbligatoriamente il braccio dominante del mago.
[2] La parola “Misfer” deriva
dall’elfico. L’aggettivo “infernale”, invece, deve essere considerato come una
traduzione attinente al significato del termine imperiale.
[3] Molti dei quali erano divenuti
utilizzatori dei Misfer Infernali dato che, almeno in quel periodo, la Famiglia
Devenion aveva visto ridursi sensibilmente individui in grado di usare la magia
nella sua Famiglia e nelle casate cadette che proteggeva.
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